Grazie ancora Don Edoardo…
Si ripete da tre anni e lascia ancora stupiti i suoi familiari: tanti amici si collegano su piattaforma per ritrovarsi a ricordare don Edoardo Algeri nel giorno della sua nascita su questa terra.
Il fratello Vittorio e la sorella Lidia (in rappresentanza della famiglia) hanno condiviso proprio questo continuare a sorprendersi perché nella sua grande umiltà don Edoardo non diceva in casa quanto era conosciuto in tutta Italia (e all’estero), quanti importanti incarichi rivestiva, quale spessore dava ad ogni realtà in cui operava e soprattutto quante relazioni calde e nutrienti sapeva tessere.
“Maestro di legami” è stato infatti più volte definito dopo la sua morte, il 2 agosto 2019. Organizzatore del collegamento il suo amico fraterno di sempre don Renzo Caseri, che ha letto delle sottolineature e chiose ad un libro di sant’Agostino che era appartenuto a don Edoardo. Fra questa una nota a matita, scritta a margine e in latino: “Deum et animam scire cupio”… quasi un programma del suo essere prete, teologo e psicologo. A seguire tante testimonianze del suo saper essere presente sempre, con affetto e sagacia, trovando il tempo anche in viaggio di rispondere a chiunque gli chiedesse qualcosa, del suo captare subito il bisogno e saper restituire un sostegno senza tuttavia nulla togliere alla libertà dell’altro, della sua prontezza nel dire “sì” ai superiori che – conoscendone il valore – gli davano incarichi su incarichi, del suo impegno strenuo.
Il testo postumo – “Servire la famiglia, edificare la Chiesa” (ed. Ancora) – che raccoglie tanti suoi scritti costituisce oggi un vero vademecum per chiunque operi nel mondo dei consultori: “La condivisione – vi si legge – ci fa laboratorio, cantiere, casa comune da costruire insieme; non solo tetto, o sigla, o etichetta, ma casa con porte e finestre aperte alla società civile ed ecclesiale che sono il luogo concreto in cui vivono, agiscono e crescono le famiglie, termine ultimo del nostro impegno”. La famiglia, la possibilità di aiutare le famiglie, con competenza e amore, sempre al centro della sua missione: “Che la famiglia non sia una camicia di forza, ma sia una opportunità che facciamo vedere ai nostri giovani non come una realtà sognata o desiderata, ma effettivamente praticata”.
Lo ringraziamo, ancora una volta, per la sua obbedienza a Dio nel servirne le creature, per il modello di vita e di impegno che ci ha saputo dare, per il suo saper stare accanto con discrezione e gentilezza, per il suo vedere lontano senza mai perdere di vista il presente. E noi continuiamo il nostro servizio, sulla strada che ci ha indicato…